Quest’anno, come forse qualcuno saprà, ho compiuto 40 anni.
Fa sempre un certo effetto quando cambia la prima cifra delle nostre età. Ma, nonostante fisicamente io debba riconoscere di non sentirmi più così “nuovo”, dentro di me non riesco a pensarmi come un uomo di 40 anni. Gli indizi ci sono tutti, ma faccio di tutto per evitare di palesarli pubblicamente. E, volente o nolente, gli anni ci sono tutti.
A quest’età ho imparato tante cose. Faccio ancora tanti sbagli, ma almeno ho imparato a lasciare da parte tante cose. Non me la passo troppo male, io. C’è molta gente che sta peggio. Ma ho comunque accumulato un sacco di esperienze che mi hanno rafforzato da una parte e mi hanno dato una visione sempre più oscura del mondo, della vita, ma, ancora di più, dell’umanità.
Non mi sento di dire di essere una persona socievole. Non cerco più il dialogo a tutti i costi. Cerco sempre di non essere scortese, ma non perdo più tempo con chi è disposto soltanto a prendere quello che gli fa comodo, quando gli fa comodo.
Nella mia vita non posso dire di aver realizzato molto. Tirando le somme, non posso dire di aver realizzato i miei sogni. Ma, nonostante questo, ho ancora tanta voglia e bisogno di sognare. Nonostante questo, sebbene io non sia mai giunto dove, forse, sognavo da bambino, ho raccolto una grande serie di esperienze e, tutto sommato, in alcuni campi non me la cavo nemmeno così male. Non amo mettermi in mostra né mettere in mostra le mie capacità e, per questo, quasi nessuno mi lecca il culo o parla bene di me.
Non ne sento il bisogno, comunque. Ho sempre posseduto uno spirito romantico, una visione piena di ombre sul mondo. Ho sempre avuto una sensibilità altissima nei confronti di persone, luoghi, animali. Cammin facendo ho perso quasi tutte le persone a cui ero legato. Alcune, semplicemente, fanno la loro vita, com’è giusto che sia. Altre hanno scelto di sparire. Altre ancora, evidentemente, volevano solo prendere ciò che gli faceva comodo prendere per poi sparire. Altre mi hanno rinnegato. Diciamo che molte persone si sono rivelate molto al di sotto del valore che io, forse incautamente, avevo dato loro.
Questa incapacità di interessare le persone a me mi ha fatto anche male, inizialmente.
Ora la mia solitudine non mi dispiace più così tanto. Anzi, se qualche volta capita che qualcuno si prende una parte del mio tempo, resto spaesato, perché io ho sempre dato molto del mio tempo per gli altri (e continuo a darlo, quando capita, nonostante tutto le cattive abitudini non si perdono mai…) ma poi nessuno mi ricompensa mai per questo. Tutto è sempre dovuto.
Questa situazione mi ha portato ad essere più cinico e meno disponibile.
Seleziono molto di più.
In ogni caso, nonostante io sappia suonare discretamente il pianoforte, un po’ meno discretamente la batteria, nonostante io stia ancora studiando Composizione e questo mi abbia dato molto a livello sia musicale che culturale, nonostante io abbia studiato alla Scuola Alberghiera, nonostante io abbia fatto molti lavori diversi, da 20 anni ormai lavoro nel campo della Comunicazione. Proprio io, che non amo nemmeno comunicare. Io che ero negato con la matematica e con i computer, ma che sono almeno 18 anni che programmo e una dozzina che mi applico anche come sistemista. E che ora, con il passare del tempo, ho fatto crescere un hobby, una passione per la fotografia. E l’ho coltivata al punto da investirci molto, sia in attrezzatura che in formazione. Ed inizio ad essere quasi contento delle mie capacità, sebbene poi in campo creativo sia ben difficile essere soddisfatti e le opere migliori sono sempre quelle che non sono ancora state realizzate. Io che ho sempre passato molto del mio tempo, fin da bambino, a suonare e studiare Musica, mi ritrovo a 40 anni a scattare fotografie e, sì, ad impazzire a fare video. Perché la fotografia non mi basta. Ho sempre adorato le immagini in movimento. Ho sempre adorato imparare a schiacciare pulsanti su attrezzature “strane” che ora, finalmente, posseggo.
Ma non mi sento un fotografo. Conosco, per forza di cose, molti bravi fotografi e molta gente appassionata. Tutte persone che guardano alla fotografia in un’ottica (passatemela!) artistica.
Io vedo la fotografia come uno strumento per costruirmi ricordi, innanzi tutto. Poi anche come uno strumento per documentare certi momenti. Uno strumento per rendere eterno un attimo. Ma non mi ritengo un’artista. Gli artisti sono altri. Io sono soltanto uno che è appassionato di conoscenza. Che vuole sempre imparare qualcosa di nuovo. Che si è sforzato, nel tempo, di capire cosa fosse meglio e come arrivare ad ottenerlo. Mi piace capire come funzionano le cose, tutto qui. Ma per me la fotografia non è paragonabile alla pittura, sebbene certe foto possano sembrare dei quadri. Il pittore ha un talento. Il fotografo lo ha anch’esso, ma è subordinato all’attrezzatura. Ormai si vedono un sacco di belle foto. Ma questa vastità d’immagini che ci circonda, rende anche le foto molto simili tra loro. Ognuno ha il suo stile, ma è uno stile preso in prestito da altri. La Musica (e, notate, la Musica, non la musica), sotto questo aspetto, la trovo più giusta: chi è davvero capace ha uno stile più riconoscibile e c’è molta meno gente capace, perché richiede una grande percentuale di talento ma, soprattutto, un lungo e duro studio. Non che la fotografia non richieda conoscenza, anzi. Ma è anche vero che oggi sia molto facile, rispetto ad un tempo, tirare fuori belle immagini. Chiunque, ormai, ha attrezzature che rendono semplice catturare la luce. E, comunque, è sufficiente premere un pulsante. Anche per suonare un pianoforte, ad esempio, vale lo stesso principio: “basta premere il tasto giusto al momento giusto e lo strumento suona da sé” (J. S. Bach). Però per imparare a premere i tasti giusti ci vanno anni. Poi, certo, oggi ci sono corsi di pianoforte su YouTube. Ma c’è anche tanta gente che ritiene il massimo dell’arte musicale Allevi ed Einaudi… è come mettere a confronto me con Ansel Adams, ecco, questo è l’accostamento fotografico…
Questa mia consapevolezza di avere ancora tanto da imparare mi porta a nascondermi un pochino. A mettermi in disparte. Che poi è quello che faccio musicalmente. Io suono spesso il pianoforte. Ma lo vedo più come un atto intimo. Qualcosa che riguarda me. Ed il pianoforte. E trovo avvilente quando intorno a me c’è tanta gente che osanna certe schifezze. E questo accade in qualsiasi campo, artistico (soprattutto) e non. Gente che non capisce molto, in realtà, ma che, come nelle discussioni sulla politica, è sempre superiore agli altri perché leggono tanti libri. Oddìo. Certo, leggere fa bene, è utile, ti apre la mente. Ma dipende anche cosa leggi. Io, ad esempio, non perdo mai molto tempo coi romanzi. Credo che, ad un certo punto, se voglio conoscere una bella storia, mi posso guardare un bel film: alla fine il cinema (nonostante anche lì si tratti di industria cinematografica, quindi gira tutto intorno ai profitti che ne derivano) è una forma d’arte che coinvolge diversi sensi e certi film sono davvero opere d’arte di cui godere. Io leggo soprattutto libri utili. Che mi spiegano le cose. Che mi fanno porre delle domande, domande a cui poi cerco sempre una risposta, se possibile.
Non voglio volgere il discorso sulla politica, perché è qualcosa che ho sempre ripudiato: la trovo un modo per parlare di tutto senza parlare di niente. Succede così da migliaia di anni. La politica serve ai potenti per soggiogare i più deboli. E tanto qualsiasi decisione venga presa rende sempre scontenta una parte di persone che non possono far altro che lamentarsi. Vedo gente scannarsi per cose che non hanno nessun senso. Vedo fiumi di paroloni su argomenti come l’immigrazione. Mi piacerebbe sapere che soluzioni hanno queste persone tanto saccenti per risolvere i problemi, dato che, fino a qualche mese fa c’erano i loro beniamini a governarci e non hanno risolto un bel niente se non sfruttare i flussi migratori soltanto per il loro tornaconto personale e della loro cerchia di amici…
Vedo tanta ipocrisisa, in ogni ambito ed in ogni dimensione.
Siamo soltanto tutti capaci a lamentarci, ma nessuno che sia coerente. O raramente. E nessuno che sia in grado di non schierarsi. Di non giudicare sempre e comunque. Di non dire “tu sei peggio di me”.
La cosa che ci tengo a far sapere a chi, eventualmente, capiterà su questa pagina, è che il mondo, noi, abbiamo bisogno di bellezza. La bellezza è la cura per tanti dei mali del nostro tempo. Però la bellezza va anche insegnata. Stiamo scambiando la libertà di espressione con la licenza di dare valore a qualsiasi immondizia. La gente non è più capace di distinguere cosa è davvero bello. C’è troppa spazzatura nel mondo. Ed andrebbe insegnato alle persone come distinguere il bello non soltanto dal brutto, ma anche dal mediocre.
Anche la gente che si sente, per così dire, più “colta” di altra, spesso, non è così colta da poter scegliere il bello dal mediocre.
Sebbene poi queste persone siano considerate di una certa “levatura” nonostante siano spesso dei mentecatti egocentrici che pensano di essere al di sopra di tutti solo perché gli altri fanno finta di non accorgersi di quanto siano, inesorabilmente, vuoti.
Spero in un mondo migliore. Ma ormai sono 40 anni che ci spero ed è sempre peggio.
Non so cosa lasceremo ai nostri figli ed ai nostri nipoti. Ma io spero di lasciare almeno un po’ di bellezza per qualcuno. E chi, eventualmente, mi vorrà ricordare, un domani, che pensi o che si goda quel poco di bello che, possibilmente, riuscirò a trasmettere ai posteri ed anche ai presenti.
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