Torno a scrivere su questo blog dopo diversi anni in cui abbiamo vissuto situazioni che mai avremmo nemmeno immaginato, a meno che non fossimo già consapevoli allora della deriva che era stata data al nostro “mondo occidentale” dai criminali che ne hanno tenuto le redini per decenni.

Ho avuto modo di capire tante cose e mi rendo conto che ero già particolarmente cosciente su diversi “mali” della società attuale sei anni fa, quando scrissi un articolo sui miei primi quarant’anni.

Oggi ne ho ben sei di più e sono più vicino ai 50 che non ai 40, ma devo dire che mi ritrovo molto in quelle parole: oltre a tutto ciò che è successo a livello politico e geopolitico intorno a noi, devo ammettere di aver avuto un sacco di conferme su quanto pensavo già allora delle persone.

Siamo la società dell’usa e getta, dell’egoismo e dell’egocentrismo, sempre concentrati sul superfluo e sul “noi stessi”, mentre trattiamo gli altri come oggetti. C’è molto superfluo, e di conseguenza molta più povertà: la povertà del denaro (dato che il lavoro è sempre più scarso ed il potere d’acquisto sempre più risicato), la povertà di spirito, la povertà intellettuale, la povertà di empatia e sentimenti, la povertà di gusto. Tutto si è infantilizzato, banalizzato. Veniamo continuamente manipolati dal sistema e dalle altre persone, capaci ormai solo più a prendere, impazienti, frettolose, folli.

Abbiamo avuto dimostrazione di cosa siano capaci di farci le persone e di cosa sono capaci di subire senza reagire e senza nemmeno porsi troppe domande quando è il sistema a dettare le regole.

Questo ci ha portato a dividerci ancora di più, rispetto a prima del 2020, ma anche ad unirci con chi aveva idee e punti di vista simili a noi. Ma anche in questo caso la natura umana, snaturata, ha avuto il sopravvento: non è bastato avere punti di vista simili su ciò che era (ed è ancora, per molti versi) attualità, ma in molti casi le persone si sono rivelate per i frutti marci che sono, in tutta la loro ipocrisia, in tutta la loro capacità di mentire agli altri, in primo luogo, ma anche a sé stesse.

Mi piacerebbe creare un mondo migliore, ma alla gente non interessa che stiamo tutti meglio, interessa sempre e solo il loro piccolo orticello e saranno sempre pronti a calpestare chiunque possa anche solo sfiorarglielo.

Spero davvero che tra un paio di decenni avremo costruito le basi per una società più sana (a livello mentale), lasciando da parte il superfluo ed i bisogni indotti che ci vengono quotidianamente sempre più inculcati (anche con una ormai poco delicata violenza psicologica).

Ognuno deve salvare sé stesso, con la giusta consapevolezza. Tutti gli altri saranno destinati a pagare il loro prezzo per il loro egocentrismo e per la propria superficialità.