Quante volte ho letto oppure ho sentito dire questa frase: “Se vuoi, puoi”, “Volere è potere”, e via discorrendo.

A volte ci ho creduto, ho creduto che un po’ di sano ottimismo forse era il modo giusto per ottenere le cose che vorremmo. Ho anche pensato che, perseverando, con costanza, con pazienza, senza scoraggiarsi, facendo sacrifici, prima o poi i risultati positivi sarebbero arrivati, che chi fa le cose bene e chi cerca di essere giusto ed onesto, alla fine, verrà ricompensato riuscendo ad andare lontano.

Ho anche sempre sperato in un mondo migliore, che passando i decenni ci sarebbe stata più uguaglianza, che l’umanità avrebbe intrapreso la giusta strada, che tutti avremmo avuto la possibilità di vivere bene.

Come vorrei tornare indietro nel tempo e prendermi a pugni in faccia! Così come la realtà, il mondo, la società, sta facendo oggi, che inizio ad avere un’età in cui i sogni sono solo più un ricordo e la speranza è ormai morta e sepolta.

Negli ultimi anni sto facendo cose che mi piacciono molto, ci sto provando ormai da qualche anno, ma i risultati non arrivano. Non arrivano per una serie di problemi che ormai fanno parte dell’ambiente in cui sono inserito e, probabilmente (in parte) anche perché io ho un carattere che non mi permette di essere cattivo: esatto, perché oggi vanno avanti soltanto i prepotenti, quelli che non guardano in faccia nessuno, quelli che si prendono e pretendono ciò che gli spetta, quelli che la mettono sempre nel culo agli altri. Esatto, non mi dispiace di usare questo lessico in pubblico, perché ormai bisogna essere crudi come cruda è la gente, tutta la gente, sempre e comunque.

Per quanto ti sforzi, non verrai mai ripagato. È giusto il detto “Fai del bene e dimenticatene”, perché nessuno è mai disposto a darti il giusto.

Investi capitali in attrezzatura, per esempio, ma ormai siamo in un clima in cui tu magari fai le cose fatte bene, e pretendi anche di camparci, ma ci sarà sempre una scelta prioritaria, a costo zero o quasi.

Tu chiedi 100 e, prima di chiederlo, magari hai anche fatto qualche favore, o ti sei preso sulle spalle il peso di certi sacrifici per aiutare qualcuno a tirare avanti. Arriva il giorno che qualcuno ti chiede di fare un lavoro per lui ed il 100 diventa troppo. Se chiedi meno, forse, ti fanno fare il lavoro. I soldi li vedrai, forse, molto più avanti, mentre tu comunque devi arrivare a fine mese. Oppure lo fanno fare a chi chiede 50, e magari lo fa col culo, ma chiede la metà, vuoi mettere?

Fai anni di lavoro e finalmente iniziano ad accorgersi che esisti? Ti rompiamo le palle solo quando abbiamo bisogno, ma ovviamente è sempre tutto dovuto, perché tanto tu che fai? Schiacci un pulsante su una macchina fotografica, quello non è mica un lavoro… Certo, chissenefrega se hai speso decine di migliaia di euro per la tua super attrezzatura: se possiamo lodare qualcuno, lodiamo chi fa quattro foto di merda, sfocate e/o piene di rumore, con una macchina da 300 Euro (o magari con la macchina professionale, ma usata da chi ne capisce poco o niente, o che fa foto da qualche mese e si reputa un professionista, perché pubblica 100 foto al giorno sui social con la scritta “photographer”). “Guarda, mi hanno chiamato da La Stampa, stanno scrivendo l’articolo, gli serviva una foto, nessuno ce la dà gratis, quindi chiediamo a te che tanto sei un coglione e ce la dai comunque, perché tanto noi siamo lo spettacolo e facciamo un favore a te”. “Ok, ma ora non riesco posso mandartela stasera”. “Perfetto, a più tardi”. Più tardi sto per inviare la foto, chiedo l’indirizzo e-mail e “Non mi serve più, me l’hanno già data altri”… Certo, ed avvisarmi no, eh?

Oppure hai fatto un finale di stagione fantastico, ti sei scarrozzato decine di migliaia di Euro di attrezzatura gratis per mezza Italia per fare in modo di far funzionare tutto perfettamente. Si è formato un bel team, abbiamo ottenuto ottimi risultati. Qualche mese dopo devono fare un servizio simile, non ti dicono un emerito c…o e lo fanno fare (non si sa se gratis o meno, ma non mi stupirei che abbiano pagato) a Tizio, che non c’entra un cazzo e non è attrezzato alla stessa maniera… Ma neanche a chiederti un preventivo…

Ma sapete cosa c’è? Che io mi sono rotto i coglioni. Esatto, proprio i coglioni! Più cerchi di essere all’altezza e più qualunque altro stronzo è sempre privilegiato, gli viene sempre steso il tappeto rosso, non si sa bene su quali basi, poi… Gente che nemmeno sa fare una ripresa stabilizzata, gente che l’istogramma è qualcosa di sconosciuto, gente che “alziamo gli ISO, tanto regge bene” e poi vedi questi video che, oltre a farti venire il mal di mare ed essere montati senza nessun criterio, sono pieni di rumore.

Senza parlare poi di chi si professa “professionista”, e guardi le foto che fa… normalmente sono con scarsa luminosità, o foto di teatro o anche di sport: vedi un sacco di rumore, quando a te la stessa foto viene sempre pulitissima. “Sarà la macchina”, pensi tra te e te, ma poi vai a guardare ed usano macchine che comunque sono lodate per la qualità fotografica. E quindi vai a vederti i dati Exif e vedi che hanno usato dei valori ISO allucinanti e magari la foto, oltre ad essere impastata all’inverosimile (oltre che piena di rumore!), è anche mossa… E ti chiedi dove si vedono professionisti questi elementi da sbarco qui!

Insomma, qui nessuno è un genio, ma non è così complicato imparare a fare per lo meno il proprio lavoro. Ma poi ti guardi intorno e vedi che ovunque è lo stesso, ed in ogni altro campo. La gente che lavora bene, con cognizione di causa, è pochissima. La maggioranza lavora col culo (che poi nessuno esclude che ci possano essere mille motivi, magari anche di ordine economico, ma comunque nemmeno io navigo nell’oro, anzi!). E chi coordina, amministra, lavora col culo a sua volta… È tutta una catena: per questo poi abbiamo gente che comanda (o amministra) che non sa fare il proprio lavoro e si mangia quasi tutto, e agli altri restano le briciole. E per risolvere non fanno in modo di gestire bene i budget e dare il giusto a chi lavora bene. No, la soluzione è tagliare i costi, quindi il personale, privilegiando sempre quello che lavora peggio, in modo tale da lasciare le cose in mano all’incompetenza ed all’ignoranza del furbo di turno.

Non ci si cura più di nulla, e tutto va a rotoli, a cominciare dalle infrastrutture: è impensabile che con i soldi che girano e che si prendono, una cosa come le Autostrade (per esempio) possa essere ridotta nello stato in cui è ridotta. Ma quei soldi dove finiscono?

Lo stesso ad ogni livello, dal pubblico al privato.

Quasi ovunque abbiamo strade che fanno spavento. “La gente pensa solo all’asfalto” dicono gli amministratori più virtuosi, lodandosi di tante piccole cose meno utili che hanno fatto durante l’anno (che, per carità, ci possono anche stare, ma la priorità andrebbe data alle cose di cui ne può beneficiare tutta la comunità, non solo quei pochi…). Abbiamo strade da Terzo Mondo e, credetemi, io ci sono stato nel Terzo Mondo, ed in certi posti erano migliori. Ma non è prioritario rendere le strade sicure ed agevoli dopo 30 anni che sono state asfaltate (col culo, ovviamente, risparmiando sui materiali per arricchire i soliti noti). Però tu devi revisionare la macchina, avere le gomme invernali, avere l’Euro 6 o l’ibrido, pagare questo e pagare quell’altro. L’assicurazione è obbligatoria, ma la paghiamo solo io e qualche altro coglione. Poi tu parcheggi, arriva lo stronzo senza assicurazione o che se ne frega perché altrimenti gli aumentano il premio, e con disattenzione fa manovra, ti fa 500 Euro di danni e scappa, senza lasciarti detto niente.

Insomma, viviamo in uno schifo permanente e sempre più grande. Io a quelli che mi parlano di “libertà”, sputerei in faccia. Perché se la libertà è sempre opprimere i più deboli senza eguaglianza di diritti e di doveri, allora non è sicuramente il modello sociale che va portato avanti. La gente deve imparare a rispettare e a rispettarsi prima ancora di pretendere diritti per lo più inutili: sì, perché siamo tornati indietro, di molto, ed è innegabile.

Tutti a farsi la guerra, sempre schierati o di qua o di là, ma nessuno che pensi mai a fare il bene di tutti, sempre solo il bene di qualcuno, senza, ovviamente, mai calpestare gli interessi di pochi, ma calpestando sempre i diritti di molti affinché gli interessi di quei pochi vengano tutelati.

Il mondo non si salverà: o meglio, il pianeta si salverà, ma sara l’Umanità (intesa sia come insieme di persone che come insieme dei caratteri distintivi della nostra specie) a non salvarsi. Saremo destinati a sparire, per il bene del pianeta, che saprà come liberarsi della nostra infezione (sì, siamo dei batteri, o meglio, dei virus cattivi), purtroppo portandoci dietro tante vittime innocenti. Speravo nelle nuove generazioni, ma non abbiamo capito un cazzo, non abbiamo imparato nulla dalla Storia. Ogni guerra ha una parte vincente ed una sconfitta. I vincenti, volenti o nolenti, fanno ciò che vogliono e ci raccontano ciò che fa loro comodo raccontare. E le guerre si fanno sempre solo per il potere e per il denaro, non esistono altri motivi: se qualcuno vi dice che vi sono altri motivi, è sempre solo un modo per sviare l’attenzione da altri motivi più banali (o forse non così banali). Come ogni animale, anche l’uomo cerca sempre di prendersi il territorio altrui. È una continua lotta per il territorio e le sue risorse. E noi non siamo da meno. Meramente ci facciamo pilotare le menti facendoci mettere in testa una serie di argomentazioni che servono solo a rendere meno ciniche le ragioni del conflitto tra di noi. E, da bravi burattini, ci crediamo e ci mettiamo gli uni contro gli altri pur di far prevalere le nostre assurde ragioni.

L’ottimismo, quindi, per me non può più esistere. Essere parte di questo immutabile relitto alla deriva non può che rendermi solamente amareggiato e deluso.

L’ottimismo è per pochi: per quei pochi che non devono mai lottare, perché, in qualche modo, hanno sempre il culo parato, in ogni ambito, e per i quali la fortuna è sempre dalla loro parte.